Con l’avvento dei social network, assistiamo alla nascita, all’interno delle aziende, di figure professionali che hanno il compito di promuovere un determinato marchio e influenzare le persone affinché altri acquistino tale brand. Chi copre questo ruolo si definisce portavoce della marca o meglio conosciuto con il termine anglosassone brand ambassador. In parole povere, questo professionista non è altro che una sorta di testimonial a cui l’impresa si affida per aumentare le vendite. Osserviamo più da vicino questo ambassador per meglio capire le ragioni per cui perseguire questo tipo di strategia rappresenta la scelta giusta.
Chi è un Brand Ambassador
Generalmente si tratta di professionisti che hanno un ottima conoscenza di taluni prodotti, nella maggior parte dei casi sono essi stessi che li utilizzano. Questo coinvolgimento personale li pone in una particolare condizione, per cui la loro opinione è considerata autorevole e credibile, tale da influenzare altre persone e spingerli a seguire una determinata direzione. Chi copre questo ruolo deve avere all’interno dei social network un numero considerevole di sostenitori, in modo tale da creare una sorta di identità di marca che accomuna tutti i clienti.
Ecco di seguito alcune regole a cui far riferimento prima di assumere un ambassador per fare Influencer Marketing.
Condividere i valori
Scegliere un brand ambassador non è semplice. Il fatto di avere un certo numero di followers non è sufficiente; è necessario, invece, che questa figura professionale abbia una relazione attiva a medio-lungo termine con il brand del quale ne diviene ambasciatore. Insomma, in qualche modo deve condividerne gli stessi valori.
Engagement
Il nostro testimonial deve essere in grado di coinvolgere i suoi sostenitori. Attraverso le sue storie su Instagram/ Facebook e post sui vari social deve convincere i suoi follower non solo a mettere un semplice click sul “mi piace” sotto il prodotto, ma spingerli ad acquistare l’articolo sponsorizzato. Valutare quindi il tipo di reazioni che suscita.
Professionalità
Prima di assumere un brand ambassador, è opportuno valutare i contenuti che il testimonial in questione posta sui suoi canali social. Devono essere interessanti ma anche ben fatti, dal punto di vista tecnico. Sui social ci si va anche per divertirsi, quindi meglio se ogni tanto c’è qualche video o testo che strappa un sorriso: ma attenzione che di base resti la concretezza.
Passione
Qualsiasi cosa ci si appresti a fare se non c’è impegno e passione non porterà mai risultati utili. Riuscire a inventare uno storytelling intorno al prodotto, arricchendolo di immagini appropriate non è un operazione che tutti sanno costruire. Il trucco è coinvolgere a tutto tondo il nostro brand ambassador. Se lui ne riconosce il valore, nel senso che acquisterebbe il brand semplicemente perché lo trova strepitoso, al di là del suo coinvolgimento professionale, lo faranno anche i suoi sostenitori.
Autenticità
In ultimo, c’è da dire che il marchio, di cui il testimonial si fa carico di promuovere, deve avere una certa garanzia di qualità. Sarà l’ambassador a mettere in risalto, con contenuti credibili, il valore del brand, mostrandosi il più possibile naturale, attraverso un linguaggio coerente a quello che di norma usa sui social network.