Digital Italy 2025: il mercato digitale italiano cresce a 83,4 miliardi. Tra AI, PA digitale e nuove competenze, ecco cosa ci attende

Il mercato digitale italiano continua la sua corsa: entro la fine del 2025 raggiungerà 83,4 miliardi di euro, con una crescita del +3,9% rispetto al 2024. Le previsioni per il 2026 parlano di un ulteriore aumento fino a 86,6 miliardi.
Sono i dati chiave del rapporto annuale “Digital Italy 2025” di TIG – The Innovation Group, presentato alla decima edizione del Digital Italy Summit.

La crescita è sostenuta da tre aree strategiche:

  • servizi ICT (+5,5%),
  • software (+3,4%),
  • contenuti digitali (+5,6%),
    con un segnale positivo anche dall’hardware (+0,6%), trainato dalla diffusione dell’intelligenza artificiale e dalla necessità di aggiornare infrastrutture e sistemi di sicurezza.

L’Europa in trasformazione: il digitale come leva strategica

Il report colloca l’Italia dentro un contesto europeo in profonda trasformazione.
Tecnologie dual-use – AI, connettività satellitare, quantum computing – stanno ridisegnando equilibri economici, industriali e di sicurezza.
La competitività del continente dipende sempre più dalla capacità di governare l’innovazione, non solo di adottarla.

Come sottolinea Roberto Masiero, Presidente di TIG:
“La sfida non è più chiedersi se adottare il digitale, ma come governarlo per generare crescita, inclusione e competitività. Servono visione, investimenti e politiche industriali che rendano il digitale una leva stabile di sviluppo per il Paese e per l’Europa.”

AI: potenziale enorme, ma la strada resta in salita

Nonostante l’attenzione mediatica e la spinta dei vendor tecnologici, l’adozione dell’AI nelle aziende italiane incontra diversi ostacoli.
Secondo TIG, le principali barriere sono:

  • mancanza di competenze interne (44%),
  • difficoltà nel dimostrare il valore dell’AI per il business (31%),
  • difficoltà a individuare casi d’uso concreti (28%),
  • costi elevati (23%),
  • problemi di compliance e qualità dei dati (19%),
  • questioni etiche e regolamentari (16%).

I numeri mostrano un mercato ancora in fase esplorativa:

  • solo il 14% delle aziende ha integrato soluzioni AI,
  • il 27% è in fase di studio,
  • il 17% prevede un’adozione futura.

Il resto del tessuto imprenditoriale è fermo a valutazioni preliminari, sperimentazioni e analisi di fattibilità.

La Pubblica Amministrazione accelera: cloud, piattaforme digitali e interoperabilità

Sul fronte pubblico, la digitalizzazione non è più un’opzione ma una priorità strutturale.
La ricerca TIG – in collaborazione con Gruppo Maggioli – evidenzia che il 96% degli enti locali ha sviluppato uno o più progetti digitali nell’ultimo anno.

Le principali aree di intervento sono:

  • adozione delle piattaforme digitali pubbliche (66%),
  • migrazione al cloud (63%),
  • dematerializzazione dei processi (47%),
  • integrazione dei dati (37%), elemento cruciale per evitare sistemi isolati e inefficienze.

Il PNRR resta un motore fondamentale:

  • il 90% degli enti considera i fondi determinanti,
  • il 35% li giudica efficaci (in crescita rispetto al 30% del 2024).

Ma il vero nodo riguarda il post-PNRR: solo il 26% degli enti si è mosso per trovare risorse alternative o ridefinire i progetti.
Tra questi:

  • il 42% ha avviato programmi di formazione,
  • il 23% sta cercando risorse economiche aggiuntive,
  • il 20% sta rivalutando i progetti.

La maggior parte, però, non ha ancora pianificato come sostenere la transizione una volta conclusi i finanziamenti straordinari.

AI nella PA: interesse alto, competenze insufficienti

Anche nella Pubblica Amministrazione l’adozione dell’AI è ancora agli inizi:

  • solo il 18% utilizza strumenti di AI generativa,
  • l’11% adotta agenti AI per l’automazione,
  • il 9% utilizza modelli per analisi avanzata.

Le barriere principali:

  • mancanza di competenze interne (59%),
  • resistenza al cambiamento (45%),
  • scarsa preparazione della dirigenza (36%),
  • immaturità tecnologica (30%),
  • incertezza normativa (28%).

La governance e la formazione restano i pilastri essenziali per una PA digitale realmente efficace.

Un’Italia che cresce, ma che deve fare i conti con i propri limiti

Il quadro delineato da Digital Italy 2025 è complesso ma chiaro:

  • il mercato digitale cresce e si rafforza,
  • il tessuto produttivo riconosce il valore dell’innovazione,
  • PA e imprese investono in cloud, piattaforme e AI,
  • ma permangono limiti strutturali e competenziali.

Il Paese è in una fase di transizione strategica: demograficamente fragile, ma con un potenziale enorme grazie a un mercato tecnologico dinamico e a finanziamenti ancora in corso.

Conclusione

Per sostenere questa traiettoria servono:

  • competenze tecnologiche avanzate,
  • infrastrutture moderne e sicure,
  • governance efficace dell’innovazione,
  • una chiara strategia sull’intelligenza artificiale,
  • capacità di pianificare il post-PNRR.

La sfida è impegnativa, ma inevitabile: fare del digitale una leva stabile di competitività, capace di rafforzare l’economia, modernizzare la PA e rendere l’Italia un attore credibile nel panorama europeo dell’innovazione.