Trivè: il bar italiano diventa un format replicabile e scalabile

Trivè: il bar italiano diventa un format replicabile e scalabile, nel post a cura di Marketing Idee

Milano da bere. Torino da vivere. A quarant’anni da quella celebre stagione, molte insegne nel panorama bar italiano sono rimaste ferme nel tempo. Stessi arredi, stesse vetrine, stessi sprechi. Poco spazio all’innovazione e una sostanziale incapacità di adattarsi ai cambiamenti culturali e di consumo. Eppure, l’Italia conta oltre 130.000 bar attivi, secondo i dati FIPE, pari al 40% degli esercizi ristorativi totali. Un mercato dal valore stimato di oltre 23 miliardi di euro annui, dominato da piccole realtà familiari, con margini ridotti, scarsa standardizzazione e assenza di rete.

In questo scenario si inserisce Trivè, startup fondata nel 2017 da Ivan Daniele, con un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario: trasformare il bar italiano in un modello replicabile e scalabile, proprio come accade in altri comparti della ristorazione.

Dall’intuizione al format: nasce il primo All Day Bar italiano

L’intuizione di Ivan Daniele nasce sul campo: anni trascorsi a lavorare in bar, pasticcerie e pizzerie, osservando la dipendenza cronica da singoli imprenditori e dall’estro personale, in assenza totale di processi o metodo. “In Italia ci sono 130 mila bar, eppure nessuno aveva mai reso questo modello replicabile”, afferma il fondatore. “La vera sfida non è la mancanza di idee, ma la complessità intrinseca del bar, che cambia volto cinque volte al giorno – dalla colazione al dopocena”.

Proprio per affrontare questa sfida, Trivè ha ideato un modello All Day Bar attivo dalle 8:00 alle 2:00, in grado di coprire l’intera giornata con un’offerta food & beverage selezionata, studiata per essere efficiente, replicabile e coerente in ogni fascia oraria.

Dietro le quinte: laboratorio centralizzato e gestione ingegnerizzata

Per standardizzare un’esperienza così complessa, il team di Trivè ha scomposto l’attività del bar in micro-obiettivi concreti e misurabili, sviluppando processi, ricettari e KPI per ogni fase. Il cuore operativo è un laboratorio di produzione centralizzato, che fornisce lavorati e semilavorati standardizzati a tutti i locali, garantendo qualità costante, riduzione degli sprechi e margini sotto controllo.

I numeri parlano chiaro: ogni punto vendita genera tra 1,2 e 1,8 milioni di euro di fatturato annuo, con costi delle materie prime sotto il 30% e costi del personale attorno al 32%. Oggi Trivè conta cinque locali attivi, tra cui tre a Torino (Piazza Vittorio inclusa), uno in franchising e uno a Milano (Via Marghera).

Un format scalabile che guarda lontano

“Il nostro obiettivo è creare il primo brand italiano nel settore bar, una categoria nuova che abbiamo battezzato All Day Bar”, spiega Ivan Daniele. “Vogliamo essere quel luogo sicuro, accessibile e riconoscibile in cui si va per ogni occasione: dal pranzo informale all’aperitivo, dal caffè con i colleghi alla festa di laurea”.

I prossimi passi parlano di consolidamento a Milano, città scelta per aprire il flagship store in zona Brera e base per 8-9 aperture entro il 2027. Anche il franchising è pronto a espandersi oltre Torino, con trattative attive ad Alba, Legnano, Brescia, Vicenza, Firenze, Pordenone e Roma.

Con un fatturato attuale di circa 5 milioni di euro e una traiettoria di crescita che punta a raddoppiare già nel 2026 fino a raggiungere i 25 milioni nel 2028, Trivè si candida a diventare un benchmark italiano nel mondo dei format replicabili.

Perché questa storia interessa il mondo startup

Il caso Trivè dimostra che l’innovazione può (e deve) partire dai modelli tradizionali. Non si tratta solo di digitalizzare processi o lanciare nuove app, ma di ripensare completamente una categoria esistente con visione imprenditoriale, analisi dei dati e un approccio ingegneristico alla gestione.

Per investitori, franchisor, startup nel foodtech o nel retail, Trivè rappresenta un case study di successo su come rendere scalabile un’attività considerata “non scalabile”, partendo dall’analisi del comportamento del consumatore e costruendo un brand attorno a coerenza, accessibilità e riconoscibilità.